Giordano,
Davide ‹1864-1954›
Medico e politico italiano nato a Courmayeur da una famiglia valdese originaria di Torre Pellice, conseguì a Pinerolo la licenza classica ed intraprese in seguito gli studi di medicina e chirurgia presso l'università di Torino.
Studente brillante, poco dopo la laurea iniziò ad esercitare come chirurgo dell'ospedale valdese di Torre Pellice e medico condotto per i comuni limitrofi. Assistente di Giacomo Filippo Novaro presso la clinica chirurgica dell'Università di Bologna, a soli 30 anni vinse il concorso per un posto di chirurgo primario bandito dall'amministrazione degli ospedali di Venezia, divenendo, a pochi mesi di distanza, anche direttore della seconda divisione chirurgica dell'ospedale civile locale, curandone l'efficienza, l'organizzazione e l'attività clinico-scientifica in modo talmente esemplare da renderla in breve tempo una struttura simile ad una clinica universitaria.
Molto impegnato nella vita pubblica, ricevette diverse nomine tra cui quella di sindaco, poi commissario straordinario, del comune di Venezia, e senatore. Fra le tante responsabilità che gli vennero affidate ebbe anche la presidenza dell'Ateneo Veneto dal 1930 al 1932 e del consiglio di amministrazione della Scuola superiore di economia di Ca' Foscari nel 1931.
Ritiratosi dall'attività medica per raggiunti limiti d'età nel 1934, lasciò dietro di sé numerosissime pubblicazioni: oltre 200 opere tra descrizioni di interventi, osservazioni cliniche, note e appunti di patologia e clinica chirurgica.
Autore di importanti testi chirurgici, le sue conoscenze in tale ambito erano tanto vaste quanto la sua esperienza: si occupò di interventi addominali, maxillofacciali, urologici, ginecologici, ortopedici e al sistema nervoso. Numerosi furono anche i contributi che lasciò alla storia della medicina ed importante l'opera di diffusione di tale disciplina in ambito universitario.
Fu tra i soci fondatori e presidente della Società italiana di storia critica delle scienze mediche e naturali e presidente della Società internazionale di storia della medicina. L'emarginazione subita da parte del mondo scientifico nel secondo dopoguerra, a causa dei suoi trascorsi politici, non gli impedì di diventare vicepresidente della Società italiana di chirurgia nel 1946.
Morì a Venezia otto anni più tardi.